Ciclo d’erosione


Il paesaggio rappresenta l’effetto di una duplice azione: quella dei processi endogeni, che innalzano i rilievi, e quella dei contemporanei o successivi fenomeni esogeni, che tendono invece a livellare le forme, attraverso lo smantellamento dei rilievi stessi e il riempimento delle depressioni. La situazione di equilibrio corrisponderebbe ad un completo appiattimento del rilievo, ossia al raggiungimento, da parte della superficie terrestre, della forma di geoide. Si tratta in realtà di un equilibrio irraggiungibile, dati i tempi molto più rapidi della tettonica rispetto a quelli dell’erosione.

Il geologo e geografo americano W.M. Davis propose, a fine Ottocento, una teoria in grado di spiegare la tendenza evolutiva del paesaggio attraverso la ciclicità del processo di erosione.

W.M. Davis

TEORIA DEL MODELLO DI PENEPLANAZIONE

La situazione iniziale è data da un territorio sollevato da fenomeni tettonici fino ad una certa altitudine su cui cominciano ad agire i processi esogeni, guidati dall’erosione fluviale. Versanti ripidi, valli profondamente incise, laghi tettonici, tracce dell’antico paesaggio piatto, fenomeni franosi, caratterizzano lo stadio di giovinezza del rilievo, che corrisponde alla prima fase del ciclo di erosione. Le Alpi, ‘Himalaya e le Ande, tutte catene di recente sollevamento, rappresentano tale stadio. L’addolcimento delle forme, lo sviluppo di una rete fluviale più ramificata, l’allargamento di alcuni fondovalle e l’erosione più lenta dei versanti contraddistinguono lo stadio di maturità del rilievo. È così che si presentano i Carpazi (tra Polonia, Slovacchia, Ucraina e Romania), la catena franco-svizzera del Giura, la regione del Delfinato nella Francia
sud-orientale. Lo stadio di senilità, che segna la fine del ciclo di erosione, corrisponde allo stadio iniziale: il paesaggio presenta rilievi a debole pendenza, valli fluviali larghe e con i fianchi poco inclinati e forme generalmente appiattite, definite penepiani (di qui il nome di modello di peneplanazione per questa teoria).


Il punto debole di tale teoria è nella presupposta stabilità tettonica in cui si verificherebbe il ciclo di erosione. Tale situazione risulta, invece, rarissima: i fenomeni tettonici sono, infatti, generalmente contemporanei ai processi erosivi, e questo fattore irrimediabilmente complica il normale sviluppo ciclico. Risulta quindi molto difficile trovare in natura paesaggi che abbiano raggiunto lo stadio di maturità, ossia uno sviluppo completo dei penepiani: generalmente il ciclo di erosione si interrompe prima, per il sopraggiungere di un evento tettonico o anche, ad esempio, di una variazione climatica, e accade cosi che sul rilievo si vada ad impostare un nuovo ciclo (fenomeno di ringiovanimento), spesso testimoniato dalla presenza di terrazzi fluviali (un classico esempio è costituito dai canyons americani).

canyons americani